LA VISIONE

Semplificare e sburocratizzare l’Italia e riorganizzare lo Stato dando un peso maggiore alle articolazioni territoriali – DECENTRAMENTO delle responsabilità – sono due aspetti caratterizzanti della nostra visione politica; le singole località, che noi non vorremmo, fra l’altro, più chiamare periferie, necessitano per essere curate al meglio di un’attenzione peculiare e diretta, di un’osservazione e presa in carico in luogo; e si sa che più è grande il numero degli utenti di un servizio, cittadini se il servizio è pubblico, minore è la cura, l’attenzione e la sensibilità verso le esigenze del singolo individuo, una sensibilità che così finisce per essere frustrata continuamente e diventa marginale e periferica. Così, il livello qualitativo dei servizi, affollati e quasi sempre disattenti alle esigenze differenti – e nei dettagli sta la cura – dei singoli individui, peggiora notevolmente e si fa degradante; per questo ci facciamo testimoni e portatori di una visione policentrica e plurale (Politica è in essenza una dimensione di pluralità avendo in radice “poli” imparentato con il greco Polius = pluralità) che al posto di un centro e di periferie scadenti e disumane, intende realizzare molti più piccoli centri aggregativi e decisionali: “una vera e propria Italia delle autonomie, che si confederano” e solo tra autonomi adulti responsabili ci si può confederare, alleare; come nel modello politico-istituzionale Svizzero (Video sul Sistema Poliitco Svizzero) noi proponiamo che siano le località, le città prima ancora delle regioni – qui si tratta proprio di ribaltare l’idea attualmente vigente, dando più peso istituzionale e più forte decisionalità ai comuni rispetto al centro: l’esatto opposto di com’è ora in Italia – ad avere tutti quei poteri di autogestione che non sono esclusivamente di livello nazionale o internazionale e che pertanto, per loro natura, non debbono essere decisi a livello centrale; è necessaria un’applicazione costante ed effettiva del “Principio di Sussidiarietà” (secondo cui una decisione presa su una questione da parte di un ente, es. il comune, non dev’essere ridiscussa e assunta più da un altro ente pubblico dello Stato; altrimenti si stratificano le decisioni e si crea una selva caotica di provvedimenti sulla stessa questione e lo stesso ambito territoriale, il che è proprio quanto succede ora). La nostra inedita, originale, proposta politica della creazione della figura del “Sindaco di Strada” e dei “Consigli e Assemblee, o parlamenti, di strada” si pone come terapia concreta ed effettiva dei problemi qui sopra.
Il Decentramento, anche attraverso nuove figure come il Sindaco e il Consiglio di Strada e l’applicazione di alcuni istituti di Democrazia diretta (sulla Democrazia Diretta ), insieme con il riassetto Confederativo delle Autonomie sono tra gli obbiettivi principali che ci proponiamo di promuovere e realizzare, rappresentano il fondamento stesso del nostro essersi costituirsi in organizzazione politico-culturale, rappresentano i punti distintivi del percorso che intendiamo portare avanti per realizzare un’amministrazione davvero rispettosa delle esigenze personali e delle differenze individuali dei cittadini, della cura psichica, della sensibilità individuale e dell’attenzione ai dettagli, che, se curate, combattono il degrado e rendono la vita piacevole – e il piacere, pur moderato, è uno dei più grandi motori e motivi della vita, per dirla con Epicuro – ; prendendo le decisioni amministrative sul luogo dove sorgono i problemi, certamente l‘amministrazione è più vicina, puntuale, precisa, veloce, efficiente ed efficace (al livello finalmente di efficienza e qualità dei servizi che offrono alcuni paesi più a Nord). Tra i principali obbiettivi per cui siamo nati e per i quali vogliamo impegnarci ci sono “il lavoro garantito a tutti” (anche come attività socialmente utili, e del resto se il lavoro è sano e positivo è anche sempre socialmente utile), ad esempio con un “servizio civile part-time universale”, cioè garantito a tutti, soprattutto in caso di disoccupazione e comunque obbligatorio per tutti i giovani dopo i 18 anni; e che vi sia un reddito conseguente – un sussidio di esistenza per tutti (non di “cittadinanza”, ma di “esistenza”) garantito, ma non regalato, bensì frutto del servizio civico, dell’attività di pubblica utilità, resi agli altri; certe sperequazioni fra ricchi e poveri, ricchissimi e poverissimi, oggi, in un mondo più acculturato e con gli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione, sono sempre meno accettabili.

Guardiamo alla Svizzera e a quel sistema politico in molti casi ci ispiriamo, come modello ed esempio di praticabilità e fattibilità delle nostre proposte di terapia politica: vorremmo fare dell’Italia un paese finalmente più efficiente e funzionante, al servizio della sua bellezza, per far risplendere la sua bellezza e valorizzare il suo immenso patrimonio artistico culturale – senza dover più dire e riconoscere con abbattimento e amarezza (come nel detto “chi ha il pane non ha i denti” e noi vorremmo sia il pane, sia i denti) che abbiamo si arte, bellezza e cultura, ma anche il tumore amministrativo della disorganizzazione e della burocrazia che li rovina – finalmente ben organizzato e quindi rispettoso delle esigenze e dei bisogni, capace di gestire al meglio i suoi tesori artistici e culturali: il vero oro, la vera ricchezza, del nostro paese; vogliamo una gestione e un’organizzazione politica, una qualità dei servizi, anche migliore (per es. meno razionalistica, ma non per questo meno funzionale, anzi) dei paesi nordici.
Non vogliamo ovviamente fare dell’Italia la Svizzera (non siamo così sciocchi o ingenui), ma avere piuttosto dei “servizi alla Svizzera”, di quel livello certamente si. Magari realizzando questo proposito meglio con nostre soluzioni e/o con nostre vie, pur esigendo soluzioni di quel livello e di quella funzionalità. Crediamo che questo sia possibile; dipende certamente anche molto da chi ci legge e vuole darci il proprio sostegno, la propria adesione.

I Confederati sono testimoni di una visione, portano un’idea – sono nati per questo – di cura psicologica, attenzione “ai dettagli” e cura delle differenti sensibilità individuali, nella politica come nelle altre sfere della vita; la politica, ancora adesso, come spesso nei tempi passati, è ancora confusa con il potere – che è altro, potere e politica sono due cose profondamente diverse -, identificata esclusivamente con i regni del macro, del collettivo e del gigantismo: quest’ultimo una vera patologia,che porta le distorsioni immaginative e i disturbi psichici della spersonalizzazione e dell’indifferenziazione, accettato e mai, mai, criticato sui media (dove anzi si parla soltanto di statistiche e di grandi numeri, facendo apparire la politica sempre e soltanto come il regno del collettivo e del macro impersonale).
I
Confederati sono curatori d’anima che si alleano, si confederano, per portare in chiave politica quel
la “fondamentale cura dei dettagli e delle diversità”, quell‘attenzione ai segni dell’Inconscio e al linguaggio dell’Anima Mundi – la nostra visione di Politica come cura dell’Anima del Mondo –, già propri dei più sensibili orientamenti e delle migliori e più curative visioni filosofiche e psicoanalitiche, per fare “Terapia Politica” – così il “fare Anima” di James Hillman diventa, tramite azioni consapevoli, il nostro “fare (Terapia) Politica” (di cui siamo probabimente tra i testimoni pionieri) –.e dare finalmente risposte soddisfacenti alle domande più pressanti del nostro quotidiano, soluzione ai problemi della vita, soluzioni mirate ed adeguate.

Ci impegniamo per un’Italia e un mondo, dove le sensibilità dell’individuo siano rispettate e curate, anche politicamente e amministrativamente, dove la politica non sia più il regno solo del macro, del collettivo e dei grandi numeri, del gigantismo – tutte patologie che mortificano la sensibilità individuale e le differenze soggettive -, dove l’individuo possa esprimersi e decidere degli spazi e delle realtà politiche in cui vive anche attraverso strumenti di democrazia diretta.

Auspichiamo e ci impegniamo perché l’Europa diventi una Confederazione di Stati; l’assetto Confederale per l’Europa sarebbe una soluzione ottimale di convivenza fra Stati, decisamente migliore dell’attuale Unione Europea; l’ordinamento confederale consente infatti, proprio come nel modello Svizzero, di avere e mantenere, per i singoli membri della Confederazione (nel caso della Svizzera i Cantoni e i Comuni, nel caso dell’Europa gli Stati, le Regioni e le Città), un’ampia autonomia e contemporaneamente di essere legati e in contatto con gli altri membri della Confederazione; la Svizzera, con le grandi differenze etniche, linguistiche, culturali e religiose che vi convivono, si può certamente considerare come un esempio per l’Europa e il mondo, l’Europa e il mondo in piccolo; forse proprio per questo, conoscendo il valore prezioso dell’autonomia e dell’indipendenza nazionale, restando fortemente ancorata e legata alle idee di autonomia amministrativa e sovranità nazionale, volendo curare e mantenere il desiderio di decidere autonomamente per le questioni che la riguardano, la Svizzera sta fuori dall’UE, cioè dall’Europa amministrativa, pur rimanendo certamente dentro quella etnica e geopolitica, visto che indubitabilmente e incontrovertibilmente gli elvetici sono e saranno sempre europei.